mercoledì 1 settembre 2010

Will the circus leave town?


Siore e siori, è tornato a grande richiesta il circo internazionale libico.

Come la volta scorsa, si è mantanuta fede al patto per cui, loro si fanno carico del know-how e noi della fornitura di attrazioni, quali, nani, ballerine, funamboli, pagliacci assortiti, abilmente camuffati da ministri, banchieri, capitani d'industria, corruttori, presidenti del consiglio, etc, etc....

A dettare tempi e regole, as usual, Er Monnezza, in una delle sue più sofferte nonchè riuscite interpretazioni che io ricordi dai tempi di Delitto al Blue Gay.

Rispetto alla scorsa tournée, ho apprezzato moltissimo il numero in salsa integralista delle hostess col velo, quello della distribuzione del Corano con relativo invito/aut-aut alla conversione al credo islamico e non ultimo il sempre graditissimo numero della richiesta/diktat di ulteriori finanziamenti rigorosamente a fondo perduto (gli piace vincere facile) con annesse minacce, neanche tanto velate, circa un immediata "africanizzazione" dell'Europa, nel caso ci dimostrassimo insolventi verso queste intimidazioni.

Ora, spettacolo riuscito ed avvincente, nulla da eccepire, tutti bravissimi, consiglierei però, in occasione della prossima calata italica, di variare almeno parzialmente la scaletta , altrimenti, si sa, le ripetizioni vengono a noia.
"...Legalizzare la mafia sarà la regola del duemila, sarà il carisma di Mastro Lindo a regolare la fila e non dovremo vedere niente che non abbiamo veduto già. Qualsiasi tipo di fallimento ha bisogno della sua claque. Bambini venite parvulos, c'è un applauso da fare al Bau Bau, si avvicina sorridendo, l'arrotino col suo Know-How, venuto a prendere perline e a regalare crack..."

1 commento:

Temistocle Gravina ha detto...

E se, africanizzandoci, ci guadagnassimo? in fondo ci sarà sempre un berlusconi di turno ai nostri piedi, ad aprire il portafoglio e qualche hostess ad aprire altro.
TIM